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Luca Gironi

Luca Gironi

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A TRENTO UNA CONFERENZA SU FAUNA SELVATICA E ATTIVITA´ TURISTICO RICREATIVE

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L’Associazione Cacciatori Trentini in collaborazione con l’Accademia Ambiente Foreste e Fauna del Trentino organizzano sabato 7 aprile presso l’Aula Magna dell’Istituto Agrario FEM a San Michele all’Adige dalle 9.00 alle 17.30, una conferenza con tavola rotonda su fauna selvatica e attività turistico ricreative.

Dopo l’apertura dei lavori a cura di Carlo Pezzato, Presidente ACT e Marco dal Rì, Dirigente Centro Istruzione e Formazione FEM e i saluti delle Autorità presenti, inizieranno le presentazioni che proseguiranno fino alle 15.30 dopo una pausa pranzo prevista per le ore 13.00. Nella sessione pomeridiana a partire dalle 15.50 è prevista una tavola rotonda con le Associazioni e Strutture di settore.

ASCOM BERGAMO PROMUOVE LA CUCINA DI SELVAGGINA

Il workshop, tenutosi all’Ascom di Bergamo, si inserisce nell’ambito del progetto “Selvatici e Buoni”, che in questi mesi ha coinvolto con successo istituzioni, enti locali, cacciatori e ristoratori del territori.

Si è svolto oggi a Bergamo alla sede ASCOM di Bergamo in via Borgo Palazzo il workshop “La cucina della selvaggina” organizzato nell’ambito del progetto “Selvatici e buoni: una filiera alimentare da valorizzare”, e rivolto in particolare ai ristoratori bergamaschi.

All’incontro, che ha rappresentato un’occasione di approfondimento della conoscenza delle carni di grossa selvaggina per i ristoratori del territorio, hanno partecipato i rappresentanti di tutti i partner del progetto: Petronilla Frosio, Presidente Ristoratori Ascom Bergamo, Nicola Perrotti, Presidente Fondazione UNA Onlus, Antonio Sorice, ATS Bergamo – Presidente Società Italiano Med. Vet. Preventivo, Paolo Lanfranchi, Università degli Studi di Milano, Lorenzo Bertacchi, Presidente Federcaccia Bergamo, Silvio Barbero. Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Luca Pellicioli e Roberto Viganò, Studio Associato AlpVet, Eugenio Demartini, Ricercatore Dip. VESPA – Università degli Studi di Milano.

La giornata di oggi è l’ultima delle iniziative messe in campo in questi mesi nella provincia di Bergamo nell’ambito del progetto “Selvatici e buoni” curato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e sostenuto dalla Fondazione UNA Onlus, che punta a ridare valore ad un’eccellenza alimentare troppo spesso sottovalutata come la carne di selvaggina, che nel territorio bergamasco ha enormi potenzialità considerata la presenza di oltre 13.000 ungulati selvatici tra cui cervo, camoscio, capriolo e cinghiale.

A partire da settembre scorso, infatti, si sono svolti ben tre corsi formativi, della durata di 16 ore ciascuno distribuiti in 5 lezioni, di cui 2 pratiche svolte rispettivamente nei Centri di Lavorazione della Selvaggina (CLS) ed una prova dimostrativa attraverso uno show cooking. I corsi hanno riscosso un’enorme adesione tra i rappresentanti del mondo venatorio, coinvolgendo complessivamente 126 cacciatori che hanno acquisito la qualifica di persona formata in armonia al Reg. CE 853/2004.

Nel mese di novembre, inoltre, sono state realizzate quattro degustazioni guidate dal titolo ‘Selvatici e buoni…a tavola’ in altrettanti ristoranti di Bergamo città, valle Seriana e valle di Scalve, che hanno complessivamente coinvolto quasi 200 partecipanti ai quali sono stati proposti menù a base di carne di selvaggina locale.

Durante la stagione venatoria appena conclusa, infine, è stata avviata la fase scientifica e di ricerca prevista dal progetto, attraverso una serie di campionamenti, eseguiti sugli ungulati selvatici prelevati, al fine di eseguire accertamenti sanitari finalizzati alla miglior definizione delle caratteristiche delle carni di selvaggina.

Il programma delle attività del progetto Selvatici e Buoni proseguirà nei prossimi mesi con altre azioni previste tra cui un evento dedicato alla comunicazione dei risultati preliminari raggiunti.

“Per la nostra categoria è importante tenersi aggiornati e confrontarsi – dice Petronilla Frosio, presidente del Gruppo Ristoratori Ascom -. Il convegno di oggi ha offerto una grande opportunità di formazione a 360 gradi perché sono stati illustrati anche gli aspetti nutrizionali e le normative relative alle carni di selvaggina. Sono molti i ristoranti nella nostra provincia che le usano ma nella maggior parte dei casi vengono acquistate dai grossisti e si tratta di prodotti esteri. Oggi abbiamo avuto l’occasione di conoscere prodotti locali che in un momento di grande attenzione per il km zero è un grande vantaggio”.

“Sostenere il progetto Selvatici e Buoni – ha dichiarato Nicola Perrotti, Presidente della Fondazione UNA Onlus – vuol dire valorizzare il patrimonio faunistico dei territori rispettando l’ambiente e dando nuovo impulso al turismo enogastronomico. Questo percorso virtuoso a Bergamo è già una realtà grazie alla collaborazione e alla lungimiranza di enti e istituzioni locali che per prime hanno capito le potenzialità della filiera della selvaggina come strumento per produrre nuova economia e nuovo lavoro. Come Fondazione UNA – conclude Perrotti – ci auspichiamo che il modello Bergamo possa essere replicato in molti in altri territori italiani”.

“La carne di selvaggina rappresenta una risorsa da valorizzare – ha commentato Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Pollenzo – attraverso la creazione di una filiera certificata che parte dal bosco e arriva fino alla tavola includendo proficuamente diverse figure: cacciatori, macellai, trasformatori, operatori sanitari e ristoratori. Si processo di creazione di valore non solo dal punto di vista alimentare ma anche da quello economico e occupazionale. Sono felice – conclude Barbero – che il territorio bergamasco abbia sposato il progetto con impegno e passione, che intensificheremo di certo nei prossimi mesi”.

ALESSANDRIA: SCOPPIA L'EMERGENZA UNGULATI E MANCANO I CACCIATORI

Negli ATC dell'Alessandrino scoppia l'emergenza ungulati, ma i cacciatori diminuiscono, quindi la Provincia di Alessandria corre ai ripari organizzando nuovi corsi per aspiranti cacciatori di selezione. Si spera così di riuscire a tamponare l'emergenza danni che l'incremento esponenziale di caprioli, daini e soprattutto cinghiali, sta creando sul territorio in cui ricadono i due ATC 3 e 4.

Nell'articolo allegato infatti così si legge "Dal censimento fatto dalle Atc, delegate dalla Regione, sono 1.813 i caprioli presenti nella sola zona del novese e tortonese. Anche di più nell’ambito di caccia numero 4, quello delle valli acquesi e ovadesi. Meno numerosi i daini, mentre non è presente sul sito internet delle due Atc il dato relativo ai cinghiali. Entro il 14 marzo sarà concluso il nuovo censimento, con i numeri aggiornati. Il piano di selezione attuale prevede l’abbattimento di 985 capi nell’Atc 4 e 546 nell’Atc 3. La Provincia vorrebbe aumentare di mille capi il numero di ungulati, nello specifico caprioli, abbattibili."

Alleghiamo l'articolo:

http://www.ilsecoloxix.it/p/basso_piemonte/2018/03/12/ACaoLG1B-cacciatori_controllato_abbattimento.shtml

 

BASILICATA: L'ASSESSORE BRAIA INTERVIENE SUL PIANO DI CONTROLLO DEI CINGHIALI

“Completiamo il quadro delle attività nell’ambito della norma nazionale, rendendo possibili e applicabili tutte le metodologie e creando le condizioni per abbattere i cinghiali tutto l’anno, oltre i 3 mesi di caccia che la legge prevede normalmente nel calendario venatorio. Negli altri nove mesi sarà possibile abbattere i cinghiali con attività di controllo e caccia di selezione, sia nelle aree vocate che in quelle non vocate, con appostamento e girata.”

Lo comunica l’Assessore regionale alle Politiche Agricole e Forestali, Luca Braia.

“Rendiamo possibili e applicabili – prosegue l’Assessore Braia – tutti i metodi di risoluzione efficaci e previsti dalla norma, insieme a un sistema di gestione che possa convertire il problema “cinghiale” in opportunità per il territorio di Basilicata. Ridurre e contenere i danni provocati alle colture, con elevati costi per le Amministrazioni chiamate a risarcire i mancati ricavi degli agricoltori. Raggiungere un equilibrio agro-ecologico sostenibile, riducendo la presenza degli animali sul territorio lucano. Con questi obiettivi prioritari, tra le numerose azioni, mettiamo oggi in campo, con il piano operativo, anche la possibilità della caccia di selezione. Lunedì è previsto un incontro, convocato dal Dipartimento, con gli Aattcc, per definire le modalità attuative. Costituito anche il Comitato Tecnico Faunistico Regionale.

La Giunta Regionale ha approvato il “Piano di abbattimento selettivo e controllo della specie cinghiale 2018-2020”, che ha già avuto parere favorevole da Ispra, le cui attività potranno essere svolte da personale appositamente formato dagli Aattcc. Sono stati approvati, inoltre, il ”Disciplinare per la caccia di selezione” rendendola ora possibile nel rispetto del Calendario Venatorio e prevedendo il prelievo di 2.500 capi nel periodo marzo-dicembre 2018 e di almeno 4500 nel triennio, e il “Disciplinare per l’esercizio del prelievo controllato del cinghiale in applicazione del piano di controllo regionale” al fine di garantire la tutela delle produzioni, dei fondi coltivati e, soprattutto, di assicurare la pubblica incolumità.

Chi fa caccia di selezione dovrà garantire il costante monitoraggio della specie, fornendo le informazioni all’Osservatorio faunistico del Dipartimento Agricoltura. Dal 14 al 26 Marzo 2018, tutti i cacciatori residenti in Basilicata in possesso di “Attestato per esperto nel censimento prelievo Ungulati (selecontrollore)”, che intendono partecipare al monitoraggio della specie cinghiale a partire dal 01.04.2018, potranno inoltrare la domanda di adesione disponibile sul portale regionale.

Sono stati approvati anche gli schemi di avviso che gli Aattcc dovranno pubblicare per individuare il personale formato, e che riguardano gli operatori di selezione da utilizzare nelle attività di caccia di selezione e quelli da utilizzare nelle attività previste nel piano di controllo della specie cinghiale sia per il metodo da appostamento che per il metodo della girata.

Il piano di controllo e prelievo selettivo dei cinghiali consente un controllo straordinario soprattutto nelle aree non vocate ed in aree a controllo e una gestione ordinaria nelle zone vocate.

Le tecniche di prelievo privilegiate (anche in combinazione fra loro) saranno quelle in grado di risolvere la problematica di danno in tempi rapidi, tenendo in considerazione le caratteristiche ambientali dell’area di intervento e la necessità di arrecare il minimo disturbo possibile ad altre specie faunistiche. Le modalità di prelievo utilizzabili sono l’abbattimento da appostamento fisso (con la novità della presenza di un accompagnatore per coadiuvare nelle operazioni, in determinati siti di prelievo, e l’abbattimento con metodo della girata in forma collettiva e con utilizzo di un conduttore e un cane limiere, abilitato tramite prove E.N.C.I. Sono stati abilitati altri 22 cani limiere e a metà marzo la Regione Basilicata prevede di organizzare un’altra tornata di formazione per far crescere il numero degli animali utilizzabili con la tecnica della girata.

Sono autorizzate le catture per mezzo di gabbie e/o recinti con eventuale abbattimento in loco, da parte del personale autorizzato, o traslocazione dell’animale ai sensi della normativa vigente. La cattura potrà essere effettuata direttamente dai proprietari e/o conduttori di fondi agricoli richiedendo alla Regione l’autorizzazione all’installazione di gabbie o chiusini.

Il controllo autorizzato nelle aree non vocate e nelle aree soggette a controllo si effettua dal 01 gennaio al 31 dicembre con la tecnica della girata e con la tecnica all’appostamento esclusivamente durante le giornate di mercoledì, sabato e domenica Il prelievo selettivo autorizzato, nelle aree vocate e non vocate, si effettua dal febbraio 2018 al 31 dicembre 2018 con la tecnica all’appostamento 4 giorni la settimana esclusi il lunedì, martedì, venerdì.

Nelle oasi di protezione è consentito il controllo, con la tecnica dell’appostamento, della girata e catture dal 01 gennaio al 31 dicembre, 4 giorni la settimana esclusi il lunedì, martedì, venerdì, previa autorizzazione dell’Ente gestore ed alla presenza del personale di Polizia Provinciale.

Le catture per mezzo di gabbie e/o chiusini sono autorizzate dal 01 gennaio al 30 dicembre. Il piano ha validità fino al 31.12.2020.

Costituito, infine, anche il Comitato Tecnico Faunistico Regionale con i rappresentanti designati dal Dipartimento Agricoltura, dalle organizzazioni professionali agricole (Confagri, Coldiretti, CIA), dalle associazioni venatorie nazionali (ItalCaccia, Anuu, Arcicaccia, Enalcaccia), dalle associazioni di protezione ambientale (Endas, Wwf, Movimento Azzurro), da Enci, dal Corpo Forestale dello Stato e dall’Anci.

CCT: “LA CACCIA IN UN PAESE CHE CAMBIA”

 

Un terremoto elettorale che può aprire nuovi scenari per i cacciatori.

Le elezioni politiche dello scorso 4 marzo rappresentano – a tutti gli effetti – un passaggio storico del Paese.

Il 50% dei cittadini ha espresso una netta volontà di cambiamento. I Partiti che hanno governato il paese negli ultimi 15 anni escono dalle urne fortemente ridimensionati. La Toscana non fa eccezione rispetto ad un cambiamento politico netto. Domenica scorsa è nata indubbiamente la Terza Repubblica. Non sappiamo ancora se l’avvio di questa fase – con tutto il suo carico di incertezze, a partire dalla difficoltà di formare un nuovo Governo – porterà miglioramenti e benefici o al prolungamento di uno stallo dannoso per il paese. Al netto delle valutazioni politiche di ciascuno, sappiamo però che la richiesta di una politica diversa, finalmente capace di offrire risposte concrete alle reali sofferenze di una larghissima platea di persone in carne ed ossa, ha risuonato in modo assordante. Con questi risultati anche i politici più sordi saranno costretti ad imparare di nuovo ad ascoltare. È paradossale, ma è cosi: la politica, che per mestiere dovrebbe avere ben piantati i piedi per terra (magari con la testa in alto) ha perso invece di vista la realtà delle cose.

La caccia e la gestione faunistica sono state condizionate da questo decadimento; il crepuscolo delle idee ha favorito l’affermazione di culture distanti dalla realtà. Il nuovo Parlamento è un po’ lo specchio di questa dicotomia, almeno per il tema che tanto ci sta a cuore.

I nuovi eletti sapranno connettersi con quanto di vero incombe sulla gestione faunistica? Sapranno misurarsi – specie se verranno chiamati a governare il Paese – con la necessità di ricostruire gli equilibri ambientali e faunistici? Sapranno riporre l’emotività e l’ideologia per rapportarsi con senso del reale ai problemi che attengono la salvaguardia della biodiversità? Noi ce lo auguriamo, convinti che la responsabilità del governo costringe a maturare e ad evolvere posizioni e convinzioni, a misurarsi con i fatti, la loro concretezza, la loro oggettività.

I cacciatori si augurano che si formi velocemente un governo nel pieno dei suoi poteri; è interesse primario del paese. I cacciatori saranno osservatori attenti e pungoleranno con proposte e valutazioni puntuali l’azione del nuovo Esecutivo e del nuovo Parlamento.

La CCT, con il suo appello elettorale, ha posto anche il tema di un cambiamento nella gestione della politica venatoria in Toscana. Le importanti adesioni al nostro appello di candidati che rivestono un ruolo politico primario in Toscana, di governo e di opposizione, alimenta la speranza di un cambiamento deciso; noi saremo, giorno dopo giorno, a sollecitarlo con forza. Un aspetto infine, ci preme sottolineare: l’esperienza della Cabina di Regia delle Associazioni Nazionali deve necessariamente indurre a costruire una rappresentanza nuova e finalmente unitaria del mondo venatorio organizzato.

Non è più possibile che mentre tutto cambia l’associazionismo dei cacciatori rimanga sempre uguale a sé stesso. Occorre – urgentemente e drammaticamente – l’unità dei cacciatori.

La CCT la pratica quotidianamente, ed è nata per questo. Non serve l’unità del “primum vivere”, ma l’unità che sappia riportare al centro l’iniziativa di valorizzazione della caccia, con la forza della verità, della cultura e della scienza. Il momento è ora. È vitale saperlo cogliere.

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