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Luca Gironi

Luca Gironi

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APPELLO DELLA CONFEDERAZIONE CACCIATORI TOSCANI ALLE FORZE POLITICHE E AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI DEL 4 MARZO 2018

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Le elezioni del prossimo 4 marzo rappresentano un appuntamento importante. I cittadini cacciatori parteciperanno al voto, strumento essenziale di espressione di volontà e di opinione, ossatura di democrazia.

Lo sono anche per la caccia in un momento in cui le Istituzioni e la politica sembrano aver derubricato la nostra categoria e la gestione faunistico venatoria ad argomenti secondari e fastidiosi.

E’ tempo che politica e Istituzioni, invece, tornino ad occuparsi di queste vicende che sono parte integrante della realtà e che hanno un’immediata ricaduta sulla vita dei cittadini sull’economia, nell’ambiente e sulla biodiversità.

E’ davvero avvilente che di questi temi, di cui l’attività venatoria è parte essenziale e ineludibile, non vi sia sostanzialmente alcuna traccia nelle attenzioni e nei programmi di tutte le formazioni politiche che si contenderanno alle urne.

La Confederazione dei Cacciatori Toscani (CCT) che confedera le associazioni Federcaccia, ANUU e ARCT rappresentando la maggioranza dei praticanti dell’attività venatoria in una regione – la Toscana – che vanta in Italia il maggior numero di cacciatori, nonché una profonda cultura e tradizione che per anni è stata riferimento nazionale, si rivolge a tutti i candidati ed alle formazioni politiche nella verifica degli impegni che i partiti ed i candidati saranno disponibili ad assumersi per tradurre in norme e provvedimenti legislativi le riforme necessarie alla materia faunistico venatoria ormai non più rinviabili.
La Legge Quadro che governa la materia (la 157/92) è una normativa che, seppur illuminata, ha bisogno di essere attualizzata alle profonde trasformazioni ambientali e faunistiche che sono intervenute in questi ventisei anni che ci separano dalla sua approvazione. Basti pensare all’esplosione numerica degli ungulati, alle pesanti conseguenze intervenute sulla biodiversità e alla tutela delle produzioni agricole per citarne alcune; una rivisitazione pertanto necessaria pur mantenendo inalterata la proprietà pubblica della fauna selvatica, vero e proprio bene comune dell’intera collettività nazionale.

La caccia ed i cacciatori rappresentano una risorsa fondamentale per contribuire al recupero e al mantenimento degli equilibri faunistici ed alla tutela della biodiversità; la CCT chiede ai candidati di condividere l’obiettivo di affrontare nella prossima legislatura il tema dell’aggiornamento e della creazione di strumenti legislativi, normativi e regolamentari adeguati alla posta in gioco.

La CCT chiede ai candidati di pronunciarsi con chiarezza sulle posizioni animaliste e pseudo ambientaliste che, all’inseguimento del consenso, sfuggono il confronto sulle necessità reali, segnalate ripetutamente anche dal mondo agricolo, di una gestione faunistica fondata su dati scientifici, sottratta all’ideologia all’emotività.

Occorre anche un impegno a livello regionale affinché sia ripristinato il necessario confronto tra la rappresentanza venatoria e la Regione, nelle sue diverse articolazioni politiche ed istituzionali, sia per superare il forte centralismo della burocrazia regionale che vive gli Ambiti Territoriali di Caccia come uffici decentrati che devono semplicemente sottostare alle direttive impartite; per evitare la messa in crisi definitiva di un Ente gestore – l’ATC – per assicurare le competenze e le risorse necessarie per governare un fenomeno vasto e complesso come la gestione della fauna selvatica.

Deve essere promosso il pieno coinvolgimento delle associazioni venatorie, agricole ed ambientaliste ma anche degli ATC, nell’elaborazione e nella stesura del Piano faunistico Regionale. Come è anche necessario giungere al superamento della Legge Obiettivo sugli ungulati; questo provvedimento non ha funzionato, occorre tornare alla corretta applicazione della normativa precedente, a partire dalla puntuale messa in atto dell’art.37 e snellire le procedure per gli interventi di contenimento.

Infine il rilevamento dei danni deve avere un unico atto di indirizzo sui prezzi di mercato dei prodotti e le relative modalità di indennizzo e istituire un fondo regionale alimentato da risorse pubbliche.

Le forze politiche devono compiere un salto di qualità; per uscire dalla crisi di questo modello, che produce problemi, insoddisfazioni e contrasti sempre crescenti, è necessario costruire una nuova “governance” che faccia centro su due pilastri: la natura pubblicistica della fauna ed il coinvolgimento prioritario nella gestione dei veri stakeholders del territorio; gli agricoltori e i cacciatori. Su questi temi, la CCT darà conto, ai propri iscritti, delle posizioni espresse da ogni forza politica e dai relativi candidati; così come darà conto anche delle mancate risposte!

BERGAMO: DOPO LE ACCUSE AI CACCIATORI, FIDC INVITA I SUOI ISCRITTI A NON PARTECIPARE AD ALCUN INTERVENTO DI CONTROLLO

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Oggi abbiamo dovute leggere l’ennesimo attacco al mondo della caccia, a dire di alcuni reo di favorire la presenza dei cinghiali ostacolandone il loro contenimento.

Si accusa in primis il ritrovamento di un pasturatore, e il dott. Frosio lascia intendere che sarebbe opera dei cacciatori per “allevare” i cinghiali. In realtà è un metodo usato dalla guardie provinciali per tener lontani i cinghiali dalle colture e per avere più possibilità di abbatterli, e di certo non comporta una crescita della specie: una manciata di mais non incide minimamente sulla sopravvivenza della specie. Al massimo lo abitua a stare al fianco della polenta. E ben potrebbe essere il pasturatore abusivo di un bracconiere, che vuole uccidere con più facilità i cinghiali: fa piacere che gli agricoltori si vogliano affiancare a Federcaccia nella lotta al bracconaggio sul cinghiale.

Ma addirittura abbiamo dovuto leggere che “a Trate di Gaverina sono stati avvistati strani movimenti sul limitare del bosco, con liberazione di cuccioli di cinghiale” e ci stupiscono alquanto le parole di Tino Consoli, vicesindaco di Solto Collina, cacciatore, che si chiede “come mai nelle battute di caccia al cinghiale vengono abbattuti solo animali maschi? E non femmine, magari gravide?”.

Innanzitutto spiace che né il dott. Frosio né il dott. Consoli, entrambi veterinari ed entrambi cacciatori, si siano ricordati di spiegare al giornalista che siamo in pieno periodo delle nascite: nessuno è stato a Trate a liberare cuccioli di cinghiale, semplicemente i cinghiali ci sono e, secondo le leggi e i tempi della natura, partoriscono.

Al posto di “strani movimenti” il giornale poteva parlare di “lancio di cinghialetti dagli elicotteri”: l’articolo avrebbe mantenuto intatta la sua infondatezza, ma almeno sarebbe stato simpatico.

Il dott. Consoli poi anziché porsi domande inutili e infondate, ben poteva richiedere al Compresorio Alpino di Caccia Prealpi Bergamasche i dati degli abbattimenti e dei rilievi biometrici. Avrebbe così appreso che in attività di caccia sono stati abbattuti 530 cinghiali, di cui 270 maschi e 260 femmine, avrebbe potuto approfondire che nella seconda classe d’età, quella che si avvia alla riproduzione, sono state abbattute 103 femmine contro 76 maschi.

E forse resterà sorpreso venendo a sapere che proprio le due squadre che operano a Riva di Solto, Fonteno, Solto Collina e Endine Gaiano abbiano abbattuto – nella sola attività di caccia – 56 cinghiali, di cui 26 maschi e 30 femmine (di cui 3 certamente gravide: 2 in territorio di Solto Collina e 1 in territorio di Endine Gaiano).

Consoli per esperienza professionale e venatoria tra l’altro sa che fino a dicembre non si può stabilire lo stato di gravidanza o meno dei cinghiali: e infatti le 3 femmine (adulte) gravide sono state abbattute proprio a dicembre, insieme a 2 adulte non gravide e 7 femmine giovani che sarebbero state pronte per l’accoppiamento la prossima primavera. Inoltre prima della caccia le squadre in selecontrollo avevano abbattuto altri 42 cinghiali, e così per complessivi 572 cinghiali nel 2018 nel solo CAC Prealpi Bergamasche, a cui si aggiungono quelli abbattuti dalla polizia provinciale e da altri operatori.

L’articolo di oggi segue peraltro anche alcuni servizi sulle TV locali, in cui anzichè dare spazio all’informazione, si è dato spazio alle chiacchiere da bar.

Alla luce di quanto sopra Federcaccia non può che dirsi stufa e contrariata della mancanza di obiettività sul lavoro di contenimento effettuata in sede di caccia e di controllo da parte dei cacciatori e pertanto invita tutti i propri iscritti ad astenersi da ogni intervento di controllo.

Ciò anche alla luce del fatto che, a fronte delle ultime interpretazioni della legge nazionale, i cacciatori, anche muniti di apposita qualifica di operatori faunistici autorizzati dalla Provincia e dalla Regione, non potrebbero coadiuvare la polizia provinciale nel controllo del cinghiale.

Pertanto come Federazione riteniamo inaccettabile che i nostri iscritti partecipino quali volontari all’espletamento di un servizio pubblico da cui può discendere per loro una denuncia penale, con rischio di sospensione del porto d’armi.

Da ultimo sin da questo articolo procederemo legalmente contro ogni illazione diffamatoria mossa nei confronti dei cacciatori, sia con riferimento alle asserite immissioni di “cuccioli di cinghiale” sia con riferimento alle illazioni circa il mancato abbattimento delle femmine preordinato a far crescere la specie da contenere, siano le stesse da imputarsi al giornale o a virgolettati avventati.

(Il Presidente Provinciale di Federcaccia Bergamo Lorenzo Bertacchi)

FEDERCACCIA LAZIO: “IL CALENDARIO VENATORIO 2018-19 VEDRÀ LA LUCE ENTRO FEBBRAIO”

 Si è svolto nella campagna romana, presso l’antico Casale San Paolo, il tradizionale consiglio regionale di anno nuovo, occasione per rivedersi al termine della stagione e per fare il punto sulle politiche venatorie da perseguire durante il 2018. Sul tavolo numerose tematiche, sciorinate come sempre con puntualità dal presidente regionale Aldo Pompetti e discusse con pacatezza dai consiglieri presenti, fra i quali i presidenti provinciali e alcuni presidenti di Atc del Lazio. Presente, a ulteriore conferma di come Federcaccia sia ormai divenuta punto di riferimento per le istituzioni regionali in materia venatoria, il funzionario della Regione Lazio Franco Gilardi e l’assessore regionale uscente Fabio Refrigeri, che ha tenuto a sottolineare il sostanziale cambio di atteggiamento, nel corso degli ultimi cinque anni, da parte dell’ente nei confronti della caccia e dei cacciatori come elemento di sussidiarietà alle stesse istituzioni in un’ottica di tutela dell’interesse generale, quale ad esempio la salvaguardia dell’ambiente.

Entrando più nello specifico, Gilardi ha annunciato la pubblicazione del calendario venatorio per la stagione 2018-19 entro il mese di febbraio. Il testo sarà molto simile a quello della stagione appena conclusa, con l’aggiunta di alcune importanti novità relativamente al prelievo del colombaccio in preapertura, la gestione degli ungulati e altro ancora. Un ulteriore, significativo passo in avanti dopo il prolungamento della stagione sino al 31 gennaio per tordo bottaccio, sassello e cesena ottenuto nell’annata 2017-18.

Federcaccia Lazio

HIT SHOW 2018: IL SUNTO DELLA SECONDA GIORNATA

UN GRANDE SUCCESSO PER HIT DOG SHOW

Ha chiuso i battenti ieri HIT DOG SHOW. Un grande evento, radicato e appassionante, che non solo ha confermato le aspettative, ma la soddisfazione è aumentata perché la partecipazione del pubblico si è rivelata in grande aumento. 1500 i cani protagonisti e la cinofilia venatoria costituisce valore aggiunto alla già ricca proposta fieristica di HIT Show. Nelle due giornate cani da caccia, cani da ferma fino ai cani da cerca e riporto, ma anche cani da seguita, hanno sfilato fra l’ammirazione del pubblico che ha appreso informazioni sul mondo della cinofilia venatoria che CFV e tutte le associazioni hanno fornito loro.

 

I RISULTATI DEL TROFEO HIT SHOW

Ecco i premiati del Trofeo HIT Show, che dal 2013 ha visto crescere ogni anno la partecipazione e ampliato la provenienza dei tiratori, quest’anno ben 543, con un incremento di circa il 30%.

“Siamo entusiasti di questa edizione – spiega Adriano Lonardi, Delegato regionale FITAV – perché l’appuntamento è divenuto riferimento primario per coloro che amano il tiro sportivo e tiro a volo. Fra i premiati ci sono diversi atleti di regioni limitrofe a testimonianza dell’importanza del Trofeo Hit Show”

Il Trofeo HIT Show 2018 ha visto sei specialità di gare: Fossa Olimpica, Fossa Universale, Percorso di Caccia in pedana (Compak), Skeet, Double Trap e Tiro all’elica.

 

Fossa olimpica: 1° Luca Merlo, 2° Roberto Filippozzi, 3° Paolo Cavarzan. 1° SG*: Michael Caregnato. 1° Ladies: Sofia Littamè. 1° Paralimpici: Bruno Busti.

Skeet: 1° Enrico Munaro, 2° Armando Lecce, 3° Gianfranco Salbego. 1° SG: Matteo Cussigh. 1° Ladies: Alessia Vidoz.

Double trap: 1° Gianluigi Ambroso, 2° Enrico Favaron, 3° Davide Cerchier. 1° SG: Marco Carli

Fossa universale: 1° Adriano Peron, 2° Eros Giusto, 3° Franco Rosatti. 1° SG: Davide Spolettini. 1° Ladies: Paola Biasene. 1° Paralimpici Bruno Busti.

Compak sporting: 1° Enrico De Tomasi, 2° Guido Canova, 3° Roberto Longhini. 1° SG: Cristian Camporese. 1° Ladies: Arianna Bonigolo.

Elica: 1° Man: Mattia Pavan. 1° Senior Andrea Borico. 1° Veterani: Atreo Andreoli. 1° SG: Cristian Camporese. 1° Ladies: Mihaela Fatu Alin.

 

*Settore Giovanile

 

NUOVO CORSO PER GAME FAIR ITALIA, A GROSSETO DAL 7 AL 9 SETTEMBRE 2018. LA PRESENTAZIONE OGGI A HIT

Battesimo a Hit, nella mattinata di oggi, per il nuovo corso di Game Fair Italia, l’evento della Fiera di Grosseto che riunisce gli amanti della caccia, dei cani, dei cavalli, della pesca e della vita rurale. Manifestazione che fa parte della galassia IEG, davanti ad un pubblico di operatori e giornalisti è stata annunciata oggi a Vicenza l’edizione 2018: la numero 28 di una manifestazione nata in Inghilterra negli anni 50 e approdata in Italia nel 1990.

Una nuova edizione che, pur mantenendo i piedi ben piantati nella tradizione, si svolgerà all’insegna di più di una novità. A cominciare dalle date: non più il weekend del 2 giugno, ma una tre giorni a settembre – dal 7 al 9 – periodo ideale in Maremma sia per gli amanti della caccia e degli sport all’aria aperta che per i vacanzieri. Altra novità, il passaggio di testimone, sul fronte organizzativo, da IEG direttamente a Grosseto Fiera che lo scorso dicembre ha acquistato il marchio di Game Fair Italia. Carlo Pacini, direttore generale di Grosseto Fiera ha illustrato le caratteristiche della prossima edizione di Game Fair. A disposizione, per gli appassionati e famiglie, un’area villaggio lunga mille metri lineari, 10 aree spettacolo, 12 punti ristoro. Numerose le discipline che si svolgeranno durante la tre giorni di settembre, dal tiro a volo (con 15 linee di tiro) al tiro a carabina, al lancio di coltelli, alle gare che vedranno protagonisti cani, uccelli, mentre non mancheranno attività di bike e trekking. Un evento che si punta a promuovere anche in chiave turistica, con proposte di pacchetti ad hoc all inclusive.

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Ambiente

Enogastronomia

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