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Luca Gironi

Luca Gironi

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Quale futuro per la stanziale a Pistoia? Se ne parlerà il 1 febbraio in un'assemblea organizzata da Arci Caccia

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Quali strategie possono essere attuate in Provincia di Pistoia per gestire in modo efficiente Fagiano, Lepre e Pernice? Se ne parlerà in un'assemblea organizzata da Arci Caccia Giovedì 1 Febbraio alle ore 21 presso il Circolo Arci Bottegone. Ospiti della serata, oltre ai dirigenti Arci Caccia, Roberto Niccolai 2 volte presidente dell'Atc Pistoia e  Federico Picciolli e Roberto Mazzoni della Stella, tecnici con decenni d'esperienza nel campo della gestione di questi animali.

Alleghiamo il volantino:

CCT: LIBERACACCIA, UN DOTTOR JEKYLL E MISTER HIDE… A COSA DEVONO CREDERE I CACCIATORI?

 

Come è ormai noto, la CCT non ha fatto segreto delle posizioni critiche nei confronti della Regione e del competente assessorato. Dalla Legge Obiettivo fino ad arrivare alle ultime richieste sul merito dell’operatività degli ATC Toscani, la Confederazione ha sempre espresso le proprie motivate riserve sulle varie questioni operative e gestionali, affiancando alla critica una serie di proposte costruttive sempre volte al confronto ed alla concertazione (nostro malgrado sovente disattesa).

Con stupore, notiamo come nel caso della Liberacaccia, la complessità dei problemi generi un certo stato confusionale e quasi in contemporanea, escono alla luce due linee completamente divergenti.

Il documento dato in pasto alla stampa locale a Siena dove la Liberacaccia sostiene la difesa acritica dell’operato dell’assessore Remaschi in pieno disaccordo con il grido di allarme lanciato dai Presidenti degli ATC Toscani sullo stato di crescente paralisi gestionale e la quasi contemporanea Lettera del presidente regionale della stessa, Fulcheris che prende le distanze dalla Regione e ripropone quasi in fotocopia, molti dei temi che la CCT da mesi sostiene pubblicamente, danno il segno tangibile di cotanta confusione.

Il coretto senese intonato assieme ai nuovi compagni di viaggio, sembra non intonarsi con lo spartito generale. Noi concordiamo con Fulcheris su molti aspetti e soprattutto quando dice “Il caos normativo che regna negli ATC, oltre a paralizzare tutta la gestione venatoria, ha spinto i Presidenti degli ATC a scriverle una lettera di protesta che già si vocifera sia l’anticamera delle dimissioni. Le chiedo a nome della Liberacaccia e di tutti i cacciatori di riflettere su ciò che ho scritto, non solo perché in un prossimo domani dovrà rendere conto ai suoi elettori, ma soprattutto perché, questo modo di operare della Regione, sta portando alla distruzione la cultura e la tradizione atavica dell’attività venatoria”.

Bravo Fulcheris! …..Ora però sarà il caso che qualcuno telefoni a Siena e informi i coristi del cambio di spartito.

ANLC: TEORIE SUGLI STATI CONFUSIONALI

 

Rispondiamo alla Federcaccia Toscana, anche se la missiva diffusa sulla stampa porta un’altra sigla, che però per noi ha valore pari a zero e che quindi evitiamo di nominare.
Ringraziamo in maniera particolare la Federcaccia Toscana che ci fa una gran pubblicità gratuita, elogiando una nostra presa di posizione doverosa in merito ai gravissimi problemi che assillano l’attività venatoria regionale e che abbiamo ribadito nella recente lettera aperta all’Assessore Remaschi. Purtroppo, la Federcaccia Toscana, che guida una pseudo confederazione dove tutti, in pratica, sono confluiti in Federcaccia Toscana, non riesce a mandar giù il fatto che ANLC abbia sottoscritto un percorso di alcuni punti comuni con altri soggetti. Purtroppo per Federcaccia Toscana, da questa parte non c’è alcuno stato confusionale, nessun cambiamento di rotta, né a Siena né da altre parti, e continuiamo sempre sulla stessa strada: posizione critica, fortemente critica, su tutta la legge obiettivo, fin dall’inizio e cioè fin da quando, da parte della “Confederazione Federcaccia Toscana” non si vedeva nessuna posizione di contrasto alla Legge Remaschi. Solo ANLC protestava, organizzando assemblee e persino manifestazioni nelle quali non si è mai vista una bandiera, né della Federcaccia Toscana né di qualcuno dei “satelliti” che ormai ci sembrano “fagocitati” dall’associazione madre. Rimaniamo poi allibiti e sconcertati che in codesta pseudo confederazione non si sia capito che l’articolo scritto dal Provinciale ANLC di Siena scaturisca a causa di una forte preoccupazione del mondo venatorio per l’immobilismo di alcune ATC. Dovuto, certo, in parte alle nuove disposizioni, sempre più farraginose, che portano qualche comitato di gestione a dotarsi di convenzioni per effettuare gare di appalto per lanciare selvaggina sul territorio ed altri no, col rischio che alcune Province non immetteranno alcun tipo di animale! La lettera di Siena è perfettamente condivisibile perché richiama l’attenzione sul rilancio della piccola selvaggina. Da Siena nessun “coretto” ma un forte richiamo affinché si possano utilizzare le poche risorse disponibili per miglioramenti ambientali e ripristino concreto degli Habitat.
Libera Caccia prosegue sulla stessa linea, ed è felice che, dopo un po’, ma solo dopo un bel po’ anche Federcaccia Toscana e “fagocitati vari” arrivino a condividere quello che ANLC afferma da sempre sul conto della Legge Obiettivo. Grazie a Federcaccia Toscana il cognome del Presidente Regionale Toscano della LIBERA CACCIA, paragonato al Dott. Jekyll e Mr. Hide (paragone che naturalmente rispediamo al mittente), vola su tutti i siti e blog venatori. Non poteva accadere di meglio.


Alessandro Fulcheris

 

FEDERCACCIA MARCHE RISPONDE AL TG3 REGIONALE

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In riferimento al servizio del TG 3 Marche andato in onda nella edizione delle ore 14 del 25 Gennaio che aveva come argomento l’attività venatoria nella nostra regione, Federazione Italiana della Caccia Marche, citata nel servizio, ritiene opportuno esprimere alcune considerazioni sui contenuti espressi, riconducibili a un comunicato congiunto di sette associazioni ambientaliste.

Ancora una volta si dimostra come l’ideologia anticaccia di alcune associazioni – per fortuna non tutte – ha il sopravvento sulla legittima e condivisibile preoccupazione per l’ambiente nel suo complesso. Così facendo, queste, invece di dare una corretta informazione volta a risolvere le numerose problematiche che coinvolgono il mondo agricolo e la gestione di fauna e ambiente, si limitano a fare sterile propaganda anticaccia, cercando visibilità mediatica col creare inutile clamore e vuoto allarmismo.

Nella regione Marche ad esempio, non è stato approvato nessun atto volto ad allungare la stagione venatoria rispetto agli atti adottati dalla Regione nel giugno 2017. La caccia si concluderà quindi nei tempi decisi e approvati dalla Regione Marche, nel pieno rispetto della normativa nazionale, regionale e internazionale.

Ancora più grave, e ci tocca anche come cittadini, è il procurato allarme sul presunto avvelenamento da piombo con i conseguenti effetti inquinanti e sulla salute pubblica attribuito ai caricamenti delle cartucce da caccia, i cosiddetti “pallini”. I dati scientifici più recenti, seguiti dal mondo venatorio con attenzione, permettono di affermare che non vi sono prove a supporto di un problema di saturnismo nell’uomo indotto dalle cartucce da caccia. Da ricordare che il piombo è rilasciato nell’ambiente umano da innumerevoli altre fonti, tra cui anche vecchie tubature idriche, combustibili, vernici ed altro. Ciò nonostante, chi si dedica alla caccia in zone umide della Rete Natura2000 deve obbligatoriamente utilizzare cartucce senza piombo e quest’accortezza è fatta propria, in modo del tutto autonomo e come segno di attenzione all’ambiente che ci ospita, anche da molti cacciatori al di fuori da queste circostanze. Anche questo un segno evidente, al di là di quanto le associazioni anticaccia affermano, dell’evoluzione del cacciatore nel tempo e della sua attenzione in termini di gestione del territorio e della fauna, oltre al rispetto di tutte le direttive nazionali e comunitarie in termini ambientali.

Per quanto riguarda infine la diminuzione dei praticanti, nell’ultimo decennio nelle Marche come nel resto del Paese si è riscontrato un calo fisiologico dei cacciatori dovuto a molte cause, ma certamente non nei termini riportati nel servizio. Ma questo non fa certo della caccia una attività in via di estinzione.

In conclusione è palesemente noto che ambiente ed agricoltura non possono fare a meno dell’attività venatoria al servizio della gestione delle specie selvatiche nelle campagne, nei boschi, nei fiumi e in tutti gli habitat del nostro Paese. (www.ladeadellacaccia.it)

Enci: Al via il I° corso nazionale della Scuola di Alta Formazione Antibracconaggio


E' iniziato questa mattina, a Rispescia (Gr), presso il centro Educazione Ambientale “Il Girasole”, il primo modulo della Scuola di Alta Formazione Antibracconaggio, un percorso formativo unico in Italia, finalizzato a specializzare unità cinofile a tutela della fauna, attraverso competenze approfondite in tracking, trailing e detection.
L'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana è partner di questo progetto ambizioso, assieme a Legambiente, alla Federazione Italiana Parchi e all'Arma dei Carabinieri, che partecipa anche con alcune unità cinofile.
Negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente l'interesse degli addetti ai lavori verso l'utilizzo dei cani nel settore della conservazione della fauna. La preparazione delle unità cinofile richiede un alto livello di specializzazione nelle moderne tecniche di addestramento. Per questo motivo, le 208 ore complessive di corso, sia teoriche che pratiche, prevedono il contributo didattico di alcuni fra i maggiori esperti di questi settori.
Questo primo modulo, strutturato come un Winter Camp di 4 giorni, è caratterizzato da lezioni frontali teoriche, su argomenti propedeutici ai successivi moduli che, invece, verteranno più specificatamente, con formula teorico pratica, su apprendimento, olfatto, gioco, focus, motivazione e costruzione, addestramento ed allenamento del cane da tracking, trailing e detection.
Enci collabora a questa prima esperienza italiana consapevole di quanto il cane possa contribuire, in maniera significativa e concreta, all'attività di tutela del capitale naturale rappresentato dalla fauna in particolare, di quella a rischio.

Il Presidente
Dino Muto

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura