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Luca Gironi

Luca Gironi

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ARCI Caccia Veneto: indipendenti dai Partiti, ma non indifferenti alla politica

 

Sabato 27 Gennaio si è riunito, a Mareno di Piave (TV) , il Consiglio Veneto ARCI Caccia per discutere della fase politico venatoria, degli impegni dei prossimi mesi, per approvare il bilancio di previsione 2018. Graditi ospiti dell'evento, due componenti la Terza Commissione Caccia del Consiglio Regionale del Veneto, Giampiero Possamai (maggioranza - Lega) e Graziano Azzalin ( Opposizione - PD). La relazione introduttiva, a cura del Presidente Regionale Ezzelini Storti, il successivo dibattito si sono concentrati su molti aspetti riguardanti la nostra passione. Sull'analisi della fase politica che ci porterà dopo il 4 di marzo ad avere un parlamento non molto favorevole alla Caccia, in questo senso la rinnovata unità nazionale nella "cabina di regia" fra tutte le AAVV riconosciute va bene, ma non è sufficiente. L'ARCI Caccia non è "cinghia di trasmissione" di alcun partito, lascia libertà di voto ai propri associati e quindi rimarca la propria autonomia da tutti i movimenti politici, ma da associazione di massa e non minoritaria non è indifferente alla politica. La relazione con essa, vista la nostra appartenenza alla "grande famiglia" ARCI che parte dal riconoscimento della Carta Costituzionale come fondamento della nostra democrazia, prima e dopo il voto, sia a livello nazionale che Regionale, deve continuare e portare " frutti" alla nostra passione. Un breve passaggio, con delega di approfondimento da parte del Consiglio dei Presidenti Provinciali, ha riguardato la prossima conferenza di programma ARCI Caccia del 24 Febbraio a Roma: il Veneto darà il proprio contributo assieme alle altre regioni. Infine si sono toccati i punti critici della nostra Regione. Il Piano Faunistico Regionale, come purtroppo sapevamo tranne sorprese dell'ultima ora, sarà di nuovo prorogato: un Piano scaduto nel 2012, con ormai 11 anni di anzianità, è semplicemente vergognoso non sia ancora stato cambiato e rinnovato! Nonostante le roboanti promesse di qualche Consigliere Regionale votato dai cacciatori per dare risposte al nostro mondo.... Ma i problemi non sono solo questi: la gestione delle competenze di "chi fa cosa", tra Provincia e Regione non è ancora chiara; mobilità venatoria bocciata in toto dalla Corte Costituzionale, poi ripresentata, ma va regolamentata; sui comitati di gestione, degli ATC e dei CA/Riserve Alpine con nuove regole di nomina della rappresentanza; finanziamento delle associazioni; l'assenza della caccia in deroga. Su questi temi L'ARCI Caccia ha la sua ricetta, ma c'è disponibilità ad ascoltare o ci si deve difendere in tribunale ? Noi privilegiamo la discussione e la riflessione, ma se costretti reagiamo. Vedi la rappresentanza negli ATC, CA e Riserve Alpine. Noi proponiamo che i cacciatori presenti nei comitati di gestione siano eletti direttamente dai cacciatori: ci dicono la democrazia spaventa, non è possibile? Perché allora non dare rappresentanza alle tre associazioni più rappresentative a livello di ATC e CA rispecchiando realmente il territorio? Si sappia fin da ora, se si conferma quanto recentemente approvato in Regione non ascoltando nessuno e trasformando la gestione in "portronifici": l'associazione si prepara ad una ferma ed energica opposizione per il bene della caccia! In questo senso la relazione, ma anche i dibattito successivo ha confermato la positività del Ricorso Straordinario al Capo dello Stato in merito alla rappresentanza negli ATC che nelle scorse settimane, su richiesta di altri, è stato trasferito al TAR del Veneto e sul quale merito si esprimerà il tribunale nei prossimi mesi, nonostante qualcuno sostenga che l'abbiamo perso solo perché ci è stata respinta la cosiddetta "sospensiva". In fine, su questo tema, si è confermato l'orientamento ARCI Caccia nel chiedere il rispetto della legge 50 del 1993, nella nuova proroga di PFV: basta comitati di gestione che sono in carica dal 2007, si passi al loro rinnovo! In fine sulla mobilità venatoria la discussione ha semplicemente ribadito la non contrarietà di ARCI Caccia, ma se fatta correttamente, come da nostre proposte: non ci saremmo trovati con ricorsi alla Corte Costituzionale! Ora, con una nuova norma, si faccia bene e si faccia presto: noi siamo pronti a collaborare. Il contributo degli ospiti è stato di disponibilità ad interloquire con la nostra associazione, di informazione sulla situazione della Caccia sul Piano normativo in Regione. Sul punto finanziamento delle AAVV regionali si è ribadito che si poteva fare meglio, si sbaglia la comunicazione di ciò che si fa. Sulle deroghe abbiamo chiesto una parola definitiva, basta slogan. Nei prossimi mesi l'associazione sarà concentrata sulle gare sportive, la verifica della legislazione regionale, corsi e scuole di formazione, la presenza alle fiere( Vicenza, Riva del Garda e Longarone) e le assemblee informative su tutto il territorio Regionale. Avremmo molto da fare, ma abbiamo "fiato e gambe" per farlo. Bilancio di previsione approvato all'unanimità.

Team Arci Caccia Veneto

BASILICATA: ABILITATI I PRIMI 17 CANI LIMIERE DALLA REGIONE

  • Pubblicato in Notizie

“I primi 17 cani limiere, a seguito di superamento della prova alla presenza di giudice esperto Enci, sono stati abilitati dalla Regione Basilicata e quindi riconosciuti ufficialmente per essere utilizzati nell’ambito delle attività di controllo e gestione della specie cinghiale. Rendiamo così possibile l’utilizzo della tecnica della girata attuare una ulteriore azione prevista nella gestione dell’ungulato.”

Lo comunica l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Luca Braia.

“Si è conclusa la prima sessione Enci – prosegue l’Assessore – di brevetti per cani selettivi su cinghiale, per il rilascio dell’abilitazione di cane limiere. Al vaglio dell’esperto giudice designato dall’Enci 22 soggetti, che sono stati valutati in due giornate ed in un’area che consentisse di verificarne anche l’indifferenza su altre specie di selvatico.

Un’altra importante azione messa in campo grazie al lavoro dell’Ufficio Foreste e Tutela del Territorio, al protocollo di intesa firmato con ENCI che vede la Basilicata e la Toscana tra le prime regioni ad attivare la formazione ed alla deroga per la certificazione.

Lo stesso giudice Enci ha espresso soddisfazione per la qualità dei cani valutati, dal momento che la maggior parte di essi ha dimostrato di poter conseguire il brevetto cane limiere. I 17 cani abilitati sono risultati possedere le caratteristiche ideali, funzionali agli interventi operativi, di lavorare in maniera selettiva sul cinghiale collegati al proprio conduttore, indifferenza verso specie di selvaggina diverse dal cinghiale e la capacità di rientrare velocemente dopo la seguita, al richiamo dei conduttori.

Dopo questa prima tornata di abilitazioni, essendo pervenute oltre 50 ulteriori richieste, nel mese di febbraio saranno calendarizzate altre giornate di prova con presenza di giudice Enci, al fine di aumentare la dotazione di cani da poter utilizzare in attività di controllo e gestione della specie cinghiale.” (www.ladeadellacaccia.it)

MAULLU (FI): “ANCHE DA M5S ARRIVA UNA FOLLE CROCIATA ANTI-ARMI”

“Annunciando la propria intenzione di “togliere le armi dalle case degli italiani”, Luigi Di Maio ha confermato di essersi unito all’insensata crociata anti-armi portata avanti dai benpensanti, da tutti coloro che si oppongono alla legittima difesa, da quella schiera di pseudo-intellettuali che vorrebbe impedire ai cittadini onesti di difendersi in maniera legale, con un’arma regolarmente detenuta. È l’ennesima dimostrazione dell’assoluta inconsistenza dei grillini, della loro lontananza siderale dalle esigenze reali del Paese, di tutti i cittadini in difficoltà. Privare le persone della possibilità di difendersi equivale a togliergli un diritto sacro e inviolabile, lasciandoli alla mercè dei delinquenti. La differenza con la proposta del centrodestra non potrebbe essere più evidente: la nostra coalizione spinge per riformare la legittima difesa, per renderla più adeguata alle esigenze di chi vuole difendersi. E tutti coloro che vogliono togliere le armi agli onesti, come Di Maio, dimostrano di non aver compreso fino in fondo i bisogni più reali e autentici della gente, dell’Italia vera”.

Bari: L'Atc acquista titoli e azioni con i soldi dei cacciatori

I soldi dei cacciatori? Perchè usarli per la gestione quando possono essere utilizzati per comprare obbligazioni? Questo devono aver pensato i responsabili dell'ATC di Bari, visto che hanno acquistato ben altri 1600000 € di obbligazioni di Veneto Banca. Per fortuna a correre ai ripari ha pensato il commissario che attualmente gestisce l'ATC, riportando questi soldi, investiti in titoli ad alto rischio, su un più sicuro libretto postale.

Alleghiamo l'articolo:

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/975673/bari-i-soldi-dei-cacciatori-per-acquistare-titoli-spazzatura.html

 

ARCI Caccia: in Basilicata Animalismo Elettorale

Nel merito di una lettera inviata da alcune associazioni animaliste al Presidente della Basilicata, il Presidente dell’ARCI Caccia Regionale Alfonso D’Amato ha dichiarato: “Siamo confortati che lo stato di cronica e permanente confusione che ha colpito le associazioni animaliste non è peggiorato. È anni che raccontano maniacalmente sempre le stesse cose. Per loro la fauna selvatica andrebbe gestita, conservata e prelevata in base ai voti: se i cacciatori calano si caccia di meno se aumentano si caccia di più. Le logiche di voto di scambio non sono interessate al valore della biodiversità, all’economia rurale, e al contributo all’occupazione che viene dall’attività venatoria che è parte utile all’economia dei piccoli centri delle aree marginali (numeri occultati dai talebani anticaccia e anti allevatori, anti agricoltori, anti italiani). Hanno montato una polemica sul nulla, solo perché l’attività della caccia in Basilicata è stata normativamente aggiornata nel quadro delle direttive Europee, laddove le loro rappresentanze ambientaliste collaborano con i cacciatori. Il problema vero è che l’animalismo salottiero è alla caccia di voti: tra agnelli sbiancati con potenti detergenti, topi da tutelare con la costituzione con annesse zecche, pulci, pidocchi, mosche e zanzare: questo animalismo è un pericolo per la qualità della vita degli italiani e in particolare quella delle categorie più deboli, di chi la carne la fornisce e di quelli che fanno fatica ad avere i soldi per alimentarsene e anche poco. Il loro circo si bea di donne e uomini che soffrono. Gli italiani non si fanno prendere in giro: quando provocati li hanno bocciati come nei referendum. Questi signori e la vecchia politica che li ricicla sperando di “imbellettarsi d’ambiente” non sanno neppure quale è il valore delle donne e degli uomini che vivono nelle nostre campagne.

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