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Luca Gironi

Luca Gironi

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Anuu: Uno sguardo all'attività delle

  • Pubblicato in Notizie

Anuu migratoristi pubblica una serie di notizie sull'attività dei club che raggruppano i cacciatori di beccacce e beccaccini:

RAPPORTO TECNICO SU BECCACCINO E FRULLINO IN FRANCIA
È stato pubblicato in Francia il rapporto tecnico sulle specie Beccaccino (Gallinago gallinago) e Frullino (Lymnocryptes minimus) durante la stagione invernale 2016/17 nei territori dell’esagono francese. La fotografia stampata sulla copertina del volumetto di indubbio interesse mostra un momento della delicata applicazione del microchip (balise ARGOS/GPS) che accompagna il Beccaccino lungo il suo viaggio migratorio per conoscere meglio ogni aspetto della sua vita lungo le vie del cielo. L’interessante presentazione del Presidente del CICB (Club Internazionale dei Cacciatori di Beccaccini), Patrice Février, ci offre un quadro di questo importante sodalizio di collaborazione tra il Club, la Federazione dei Cacciatori (FNC) e l’Ente statale tecnico scientifico (ONCFS): una buona sintesi operativa, per la caccia, per l’ambiente e per la natura.
BECCACCINI IN FRANCIA
Sul numero 157 di settembre 2017 de Le Chasseur de Bécassines, puntualmente edito dal Club International des Chasseurs de Bécassines – CICB, vengono presentati, fra gli altri, due interessanti studi svolti nella stagione di caccia 2016/17 dove la Francia è stata divisa in due parti per il problema acuto della siccità e di un forte gelo che ha avuto sia nella fase del prelievo venatorio sia in quella delle osservazioni sul terreno, una raccolta di dati molto interessante e di notevole spessore scientifico per dimostrare che il Beccaccino gode di buona salute. E così è stato dimostrato, nella dotta relazione presentata da Yves Ferrand, apprezzato e indiscusso tecnico dell’ONCFS che ha lasciato il posto al nuovo responsabile del Réseau Bécassines del predetto Istituto, Kévin Le Rest, come gli studi intrapresi su questa specie ci possono offrire, anche con i microchip (le cosiddette balises GPS/Argos) e l’inanellamento, quella sicurezza che deve essere alla base di ogni prelievo venatorio. E tutto ciò nell’ambito della nuova guida pubblicata recentemente dall’AEWA per un prelievo sostenibile degli uccelli acquatici cacciabili. Come dicono in Francia è un testo che andrà a fare “giurisprudenza” in tutta Europa per la gestione di questa fauna migratrice i cui studi ci possono garantire la perennità di un saggio e controllato prelievo. L’inchiesta ONCFS/FNC, la forte Federazione dei cacciatori d’Oltralpe, consentirà di ottenere, quindi, risultati confortanti e tranquillizzanti per una CACCIA moderna non più sottomessa ad assurde restrizioni e proibizioni inventate dalla sera alla mattina.
LA BECCACCIA IN FRANCIA
Con questa puntuale raccolta di dati meteorologici, migratori e biologici, raccolti in Francia durante la stagione 2016/17 sulla Beccaccia (Scolopax rusticola) vengono ripercorsi, in modo schematico, nell’introduzione del Presidente del CNB (Club Nazionale dei Beccacciai) Bruno Meunier, i dodici mesi di un anno pesantemente toccato da un coup de froid (colpo di freddo) che ha toccato l’esagono francese nel mese di gennaio 2017. Più di 1.700 associati hanno evidenziato la vitalità di questa Associazione dimostrando l’indispensabile necessità di migliorare ogni più utile conoscenza su questa specie. Raccomandiamo vivamente lo stesso a tutti gli appassionati di questa caccia perché sia preservata con saggezza in forma durevole e sostenibile nel tempo. Per info: CNB/Club National des Bécassiers – 105, Rue Louis Pergaud, Villeneuve, F-16430 Champniers, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Toscana: Presentata mozione al consiglio regionale contro le interpretazioni errate della norma sulla marcatura dei tesserini venatorie

La norma che regola la marcatura dei capi di selvaggina in Toscana è ben chiara, i capi vanno segnati soltanto dopo che ne è stato verificato l'abbattimento. Nonostante una norma chiara e precisa, in questa stagione venatoria non sono mancate interpretazioni restrittive od errate da parte degli organi di viglianza. Per questo i consiglieri PD Niccolai, Marras, Sostegni e Anselmi, hanno presentato una mozione al Consiglio Regionale che porti ad una corretta applicazione della norma. 

 

Alleghiamo il testo della mozione 

UMBRIA: LA GIUNTA APPROVA MODIFICHE AL REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEGLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA



La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alla caccia, Fernanda Cecchini, ha approvato la delibera che modifica il regolamento regionale del 1 ottobre 2008 n. 6 “Norme per la gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia”: lo rende noto l’assessore Cecchini spiegando che “con il passaggio delle competenze in materia venatoria dalla Provincia alla Regione, il regolamento necessitava di essere rivisto, in modo da attribuire alla Regione tutte quelle funzioni che prima spettavano alla Provincia”.

L’assessore ha inoltre evidenziato, che l’aggiustamento del regolamento ha rappresentato anche l’occasione, “per proporre alla Giunta altre modifiche per consentire una migliore gestione dell’attività venatoria. A tal fine – ha aggiunto l’assessore Cecchini – sono state sentite le associazioni interessate, quindi le associazioni venatorie, agricole ed ambientaliste, che hanno avanzato le proprie proposte di modifica che poi sono state oggetto di discussione in varie sedute della Consulta Venatoria Regionale”.

“Di fatto, con tali modifiche – ha precisato l’assessore – la Regione ha voluto eliminare le differenze che fino ad ora avevano caratterizzato i tre ATC presenti nel territorio regionale al fine di consentire un lavoro congiunto per tutto ciò che attiene la gestione faunistica del territorio. Inoltre, tale regolamento introduce la figura del ‘cacciatore formato’ dando la possibilità agli ATC, sempre con la supervisione della Regione, di organizzare corsi di formazione e di aggiornamento sulle materie inerenti l’attività venatoria”.

“Relativamente alla gestione delle risorse economiche da utilizzare per il raggiungimento delle finalità previste dalla normativa – ha aggiunto – il regolamento chiarisce in maniera inequivocabile che gli ATC devono operare in analogia con quanto dispone la normativa vigente per le pubbliche amministrazioni”.

Nello specifico le modifiche riguardano gli articoli 2, 4 5 6 7, 8, 9, 10, 11, 13, 14, 16, 18, 19, 21, 24, 25,26, 27, 28, 29, 30, 31, 32: in sostanza nella maggior parte degli articoli, si specifica che si sostituisce la Provincia con la Regione per tutta quella serie di competenze che prima facevano capo all’ente provinciale.

(aun) – perugia 11 gen, 018 – Inoltre, è previsto uno Statuto unico per tutti e tre gli A.T.C. della Regione e sono individuate le modalità di consultazione anche per gli agricoltori, mentre per l’approvazione dei bilanci e delle modifiche allo Statuto verrà prevista la presenza di almeno tre quarti dei componenti il Comitato di Gestione ed il voto favorevole della maggioranza dei presenti.

L’articolato introduce la maggioranza di 2/3 dei componenti il Comitato per le modifiche allo Statuto, e la possibilità per l’ATC di stabilire, d’intesa con la Regione, la partecipazione economica dei cacciatori, nonché di poter utilizzare anche per la prevenzione il fondo per il risarcimento dei danni alle produzioni agricole. Con il trasferimento delle funzioni inerenti la gestione venatoria dalle Province alla Regione si è instaurato un rapporto diretto tra la Regione e gli Ambiti Territoriali di Caccia, precedentemente mediato dalle Amministrazioni Provinciali. L’abbreviazione della “filiera gestionale” consentirà, anche grazie all’approvazione di queste modifiche del regolamento regionale, una maggiore snellezza nell’organizzazione delle attività in materia ed una più diretta e stretta collaborazione tra gli Uffici regionali, aventi funzioni di programmazione, orientamento e controllo e le strutture degli ATC che attuano sul territorio il coordinamento dell’esercizio dell’attività venatoria. Questa rimodulazione di rapporti tra Regione ed ATC, sarà ulteriormente proseguita con la verifica e l’aggiornamento degli altri regolamenti e leggi regionali riguardanti il governo del territorio in ambiente faunistico venatorio.

(www.ladeadellacaccia.it)

LAZIO: DELLA CACCIA AI TORDI E DELL’AMBIENTALISMO CHE IN ITALIA NON ESISTE

 

Il mondo venatorio replica agli attacchi strumentali di wwf e lipu: “Solo nel nostro Paese le associazioni ambientaliste dimostrano così tanta ignoranza in materia”.

Ancora una volta le cosiddette associazioni ambientaliste perdono un’occasione per restarsene in silenzio, anziché offrire a tutti – come fatto anche in questo caso – la triste dimostrazione di tutta la loro ignoranza in materia di avifauna (e non solo quella, ahinoi). Siamo costretti a leggere l’ennesimo attacco strumentale nei confronti del mondo venatorio, immotivato e privo della minima base scientifica, portato da wwf e lipu nei confronti del presidente della Regione Lazio Zingaretti. Quest’ultimo sarebbe “reo” di aver applicato la legge nazionale, uniformando i diritti dei cacciatori del territorio a quelli dei loro amici residenti nelle regioni limitrofe. Stiamo parlando del prolungamento della stagione di caccia alle specie tordo bottaccio, tordo sassello e cesena, il cui prelievo è consentito dalla legge nazionale 157/92 fino al 31 gennaio. Ebbene, il calendario venatorio del Lazio ne prevedeva la chiusura anticipata al 21 del mese, contrariamente a quanto avviene nella stragrande maggioranza delle regioni italiane – tra cui le limitrofe Umbria, Toscana e Marche -, dove la stagione si protrae da sempre – regolarmente – fino al 31.

Lo “scandalo” cui gridano i sedicenti ambientalisti sarebbe stato, a loro modo di vedere, il garantire parità di regole anche ai cacciatori del Lazio, applicando una norma nazionale che è legge dal 1992. Nel ringraziare pubblicamente il presidente Zingaretti per avere, finalmente, eliminato questa lieve ma comunque incomprensibile disparità di trattamento che vigeva per i cacciatori della nostra regione, vogliamo ricordare agli “esperti” conoscitori di avifauna di wwf e lipu che le tre specie in questione vengono cacciate tranquillamente in tutto il bacino del Mediterraneo (Spagna, Francia, Grecia ecc) fino al 28 febbraio di ogni anno, senza che nessun ambientalista alzi un sopracciglio. La spiegazione è molto semplice, basta studiare un po’ per conoscerla: la migrazione prenuziale delle tre specie, dati alla mano, comincia non prima della seconda decade di febbraio, il che rende cacciabilijùop i turdidi fino a tutto il secondo mese dell’anno, per il principio di una decade di sovrapposizione tra l’inizio della migrazione con le prime avanguardie del ripasso e il termine della stagione di caccia. Questi dati il mondo venatorio li ha ottenuti chiedendo aiuto alla scienza, attraverso lo studio e il monitoraggio dei migratori: lavori pazienti e minuziosi, grazie ai quali oggi i cacciatori italiani ed europei sanno cosa possono cacciare e per quanto tempo farlo senza minacciare minimamente le specie oggetto di caccia. Sono, inoltre, dati che aiutano le istituzioni a non sbagliare quando formulano i calendari venatori.

Tutto ciò premesso, in Italia esiste una legge che tutela ulteriormente queste specie migratrici, chiudendone il prelievo al 31 gennaio, vale a dire un mese intero prima di quanto avviene in tutti gli altri Paesi europei senza, lo ripetiamo, che nessuno osi mettere in discussione l’operato delle istituzioni e dei cacciatori, che sono i primi a desiderare la biodiversità dato che solo un folle auspicherebbe l’estinzione dell’oggetto della propria passione.

Ci rendiamo perfettamente conto che si avvicinano le elezioni regionali, e che quindi sono in corso delle grandi manovre per parlare alla pancia della gente sfruttandone lo scarso interesse o la cattiva informazione nei confronti di certe tematiche: ma il mondo venatorio non si presterà a giochetti di questo tipo, come sempre nel rispetto delle istituzioni e di chi le rappresenta secondo i principi democratici.

(www.ladeadellacaccia.it)

Le associazioni venatorie regionali

 

ACL: Non c’è caccia senza ambiente !

 

 

Tutti ad additare e a condannare la Caccia e i Cacciatori, quali fossero il peggiore dei mali del Pianeta. La verità è ben altra, si chiama Ambiente.

Per noi che il territorio lo viviamo e pratichiamo, assistiamo al suo continuo e costante degrado fino a denunciare il rischio della scomparsa degli habitat, ove la selvaggina si possa ripopolare naturalmente ed ospitare specie migratorie che, in assenza di spazi incontaminati, non vi transita nemmeno più, trovando altre rotte.
Dov’e’ finita la verde Lombardia dei prati marcitori, ricca di habitat, biotopi, fontanili, resorgive dalle acque trasparenti, dalle enormi spianate coltivate a riso? Ci riferiamo in particolare alla Pianura Padana,ove certe colture son state soppiantate da altre,forse più redditizie, ma meno atte alla biodiversità preesistente.Ma il vero male alla Natura lo hanno fatto e lo fanno le innumerevoli fonti di inquinamento che ci circondano di cui si parla troppo poco o nulla.
Si parla solo di concentrazioni di Co2 e di polveri sottili che non escono dalle canne dei nostri fucili,ma dei tubi di scappamento, dalle canne fumarie, per non parlare della diossina, atrazina e altre sostanze nocive.Non si parla di catrame e cemento,si continua a costruire e sottrarre ettari su ettari di verde. Cosa esce dalle cappe e ciminiere delle fabbriche chimiche e petrolchimiche?
Quando siamo in prossimità di Cave e Discariche sentiamo un odore acre che ci disturba le narici,non certo quello dell’erba appena sfalciata. Allora ci rendiamo conto che il problema non è la Caccia,ma l’ambiente e chi lo deturpa e lo inquina,minando il clima e la nostra salute.
I veri ambientalisti dobbiamo essere noi cacciatori e chiedere, a chi ne ha responsabilità e ci governa,una maggior tutela dell’ambiente e di conseguenza degli habitat, con più severe conseguenze per chi inquina a tutti i livelli.
Basta creare ed istituire altre Oasi e Parchi utili solo a chi ricopre incarichi ben retribuiti. Bisogna creare una cultura dell’ambiente,senza affidarla a chi ne fa un business,creiamo una coscienza diffusa verso l’ecologia, quella dei fatti e non delle parole roboanti profuse e mai praticate.
Tutto ciò in un disegno ed un’ottica di caccia sostenibile e non vietata, come invece qualcuno vorrebbe imporre.


ACL Lombardia

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