Calibro 20: versatile, universale, performante….
- Scritto da Giuliano Del Capecchi
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Un tempo snobbato dalla maggior parte dei cacciatori, che lo consideravano adatto alle signore e ai ragazzi, il calibro 20 ha via via assunto un ruolo molto importante all’interno del panorama delle armi a canna liscia destinate alla caccia, tanto che possiamo affermare senza timori di smentite che è proprio lui, il calibro cadetto, ad essere quello più versatile e universale in assoluto.
Per me, praticamente nato ventista, parlare di questo calibro è sempre un vero piacere. Ricordo come fosse ora l’emozione di un giorno di agosto di una trentina di anni fa quando nell’Armeria Squillantini, in Viale dei Mille a Firenze presi in mano per la prima volta il “mio” fucile, un semiauto Benelli Montefeltro in calibro 20, il primo in assoluto di mia proprietà e quello che ancora oggi molto spesso mi accompagna in molte battute di caccia. Il fucile dopo le prove del caso fu mandato a Brescia per adattarlo alle mie misure e soprattutto al fatto di essere mancino e mi fu consegnato solo pochi giorni prima dell’apertura di settembre. Sessantacinque centimetri di canna, camerato 76 mm e quindi in grado di sparare cartucce magnum e dotato di strozzatori intercambiabili da * a cyl, su consiglio di un amico più esperto di me, mi feci costruire subito da un noto ed abilissimo artigiano dell’hinterland fiorentino, una prolunga di 10 cm con cui portavo la canna a 75 cm con strozzatura tra * e **, misure perfette per tiri lunghi sui colombacci al passo e poi nelle macchie senesi impiegando cartucce semi magnum e magnum comprese tra i 32 e i 36 grammi.
Per molto tempo, incontrando colleghi cacciatori sul campo, sono stato sia guardato con aria di sufficienza che giudicato come uno “troppo bravo” perché impiegavo questo calibro per tutti i tipi di caccia, dai passeri (che allora si potevano cacciare) alle anatre, passando per allodole, storni, tordi, merli, colombacci, beccacce, fagiani, pernici, starne ma anche lepre e cinghiale. I più mi chiedevano dove volevo andare con quello “Schioccapalle” più adatto, secondo loro, a ragazzi e signore mentre altri in maniera furba cercavano lumi sulle prestazioni balistiche, ma sempre con un sorrisetto beffardo sulle labbra.
Addirittura mio padre, grande appassionato migratorista e fautore del 12 in ogni occasione, non fu molto entusiasta di questa mia scelta, arrivando a dirmi che se non ero soddisfatto del “fucilino” potevo prendere tranquillamente uno dei suoi in calibro 12 e farmelo mettere a misura. Con abnegazione e tanto orgoglio, tra tante padelle e qualche splendido tiro, ho iniziato a conoscere bene pregi e difetti del calibro 20 e soprattutto, tenendomi sempre aggiornato sulle nuove cartucce, provandone tante sono riuscito a selezionarne nel tempo alcuni modelli che ormai da anni utilizzo con grandi soddisfazioni alternandole a seconda del tipo di caccia scelto e delle condizioni meteo. Così facendo, cercando anche di cambiare meno possibile le strozzature sulla canna (oggi impiego quasi esclusivamente **** e la prolunga da 10 cm) sono tantissimi anni che uso il calibro 20 per tutte le forme di caccia, alternando il semiauto Benelli con un sovrapposto Fabarm AXIS con canne Tribore da 66 cm con strozzatori intercambiabili, fucile in grado di offrire prestazioni balistiche davvero degne di nota.
Conosciamolo meglio
20 come il numero di sfere di piombo puro di diametro uguale alla foratura della canna che si ricavano dalla fusione di una libbra di piombo, cioè 453,6 grammi. Come già accennato le caratteristiche principali delle armi in calibro 20 sono la versatilità, il peso leggero e le importanti prestazioni balistiche che sono in grado di offrire, grazie soprattutto al vasto range di grammature utilizzabili, compreso tra i 24 e i 36 – 38 grammi di una cartuccia magnum. Oggi in commercio si trovano moltissimi tipi di cartucce del 20 grazie al fatto che si tratta di un calibro molto apprezzato sia Europa che all’estero tanto che pressoché ogni azienda costruttrice di armi ha in catalogo modelli di semiautomatici o basculanti camerati in questo calibro, che in genere pesano tra i 2500 e i 2850 grammi a seconda delle lunghezze delle canne.
Queste ultime, secondo precise regole stabilite dal CIP, a livello internazionale presentano un valore di foratura in asta compreso tra i 15,6 e i 16,2 millimetri e le armi presenti in commercio possono presentare una camera di scoppio di 70 mm (standard) o 76 mm (magnum).
I fucili camerati magnum, oggi la maggioranza, consentono di sparare in sicurezza cartucce caricate in bossoli da 76 mm caricati con i 36 grammi di piombo di una cartuccia magnum in calibro 20, munizioni che offrono una portata utile molto vicina a quella di una munizione in calibro 12 della stessa grammatura con velocità accettabili (circa 370 – 380 m/s).
Come già detto, una delle caratteristiche più importanti di questo calibro è quella di poter utilizzare un vasto range di grammature, compreso tra i 24 e i 36-38 grammi, unita al fatto di poter scegliere tra i tantissimi tipi diversi di cartucce presenti sul mercato. Tanto per dare alcune indicazioni di massima le cartucce dai 24 ai 26 – 27 grammi sono quelle utilizzate normalmente per i piccoli uccelli come allodole, storni, merli, tordi, sasselli, cesene e quaglie e si trovano in commercio con bossoli in plastica sia con contenitore, con borra bior o dispersanti. Quelle da 28 a 30 grammi sono cariche maggiorate (in gergo toscano chiamate “corazzate” e quindi paragonabili ad una 36 grammi in calibro 12) anch’esse reperibili con contenitore, con borra bior, in feltro o dispersanti e in genere sono utilizzate nella caccia con il cane da ferma o da cerca o anche in prima e seconda canna cacciando i colombacci con i richiami sia al campo che sul palco. Le 32 grammi sono a tutti gli effetti delle semi magnum adatte a tiri a distanze medio lunghe su selvatici importanti come colombacci, anatidi, lepri e fagiani e in genere sono reperibili in bossoli da 70 mm in tipo 3. Per ultime ecco le cartucce magnum da 36 -38 grammi, naturalmente caricate in bossoli da 76 mm ed impiegate quasi esclusivamente per tiri a lunga distanza su anatidi, colombacci e lepri. Per quanto riguarda invece le cartucce no toxic con pallini in acciaio e tungsteno, queste sono caricate generalmente con 24 grammi di pallini con la possibilità anche di impiegare bossoli da 76 mm.
Altri punti a favore del calibro cadetto solo il peso ridotto rispetto ad un calibro 12 che ne facilita molto il brandeggio aumentando la velocità di imbracciatura e la grande versatilità che oggi rende davvero universali e quindi in grado di ben figurare in ogni occasione, tutti i fucili realizzati in questo calibro.
Che tipo scegliere?
Semiauto, sovrapposto o giustapposto? Molte volte chi decide di provare a cambiare calibro, al momento dell’acquisto di una nuova arma è indeciso su quale tipo scegliere, spesso affascinato dalle linee filanti e dalla maneggevolezza dei calibri più piccoli del classico 12. Per esperienza diretta e per il fatto di essere nato e non diventato ventista, posso dirvi che per cercare di ottimizzare il passaggio al calibro cadetto sarebbe meglio indirizzarci sullo stesso tipo di arma che abbiamo utilizzato di più fino a quel momento in calibro 12. In sintesi, se siamo abituati ad un semi auto dovremo sceglierne uno così in calibro 20, stessa cosa chi usa il sovrapposto dovrebbe sceglierne uno di questo tipo e lo stesso vale anche per gli amanti della doppietta.
Il semi auto è sicuramente il tipo di arma utilizzabile in ogni occasione, ma i basculanti sono ottime armi sia cacciando da appostamento sparando a fermo o al volo che, soprattutto, nelle cacce vaganti con il cane da ferma. Diversi anni fa io stesso acquistai un sovrapposto FABARM Axis con canne da 66 cm e strozzatori intercambiabili proprio per cacciare le beccacce con il cane e per impiegarlo al capanno per gli storni, sparando a volo….
La scelta sarà comunque molto personale, l’importante è ponderarla con cura - magari facendosi consigliare da un amico già pratico di questo meraviglioso calibro – dedicando grande attenzione alla customizzazione dell’arma, che per rendere al massimo deve essere sistemata alla perfezione e tornare come un guanto sia sparando di imbracciatura che mirando con attenzione.
Quali cartucce?
Secondo la mia esperienza, le migliori prestazioni balistiche oltre alle indubbie capacità del tiratore, dipendono molto anche dal perfetto abbinamento tra la nostra arma, la o le canne che monta e gli strozzatori impiegati. Come ho già detto da tanto tempo ho eliminato sul nascere il problema di cambiare troppo spesso strozzatore, optando per l’utilizzo sistematico di un **** e di una prolunga esterna artigianale strozzata tra * e ** per il semiauto e ****/**** nel sovrapposto cacciando con il cane e ****/*** utilizzandolo da appostamento agli storni, lavorando molto sulle cartucce impiegate sia in prima che in seconda e terza canna.
Andando sul concreto non ho assolutamente segreti da nascondere o tenere per me, e quindi ecco le munizioni che impiego durante la stagione a seconda del tipo di caccia scelto e delle condizioni del tempo e della temperatura presente.
Allo spollo a tordi e merli sono tantissimi anni che uso in prima canna solo due cartucce dispersanti entrambe caricate in piombo 12: una 25 grammi dell’Armeria Benozzi di Mastromarco (Pistoia) se è ancora caldo e La Regina dispersante di Cheddite da 27 grammi con le temperature che si abbassano. Per la seconda canna allo spollo, la caccia vagante (scaccia di boschetti e siepi) per il rientro serale e per la caccia allo storno da appostamento sono solito utilizzare cartucce con borra biorientabile che scelgo tra tre modelli: una 25 gr a piombo 10 sempre dell’Armeria Benozzi, la Fiocchi Nova Bior da 25 gr in piombo 10 e la mia cartuccia preferita, che sparo da anni e con cui ho abbattuto davvero di tutto, che è la Cheddite Free Shot da 26 grammi sempre caricata in piombo 10. Se poi devo impiegare una cartuccia di queste grammature con contenitore sono anni che mi trovo benissimo con le S4 della Nobel Sport in piombo 10. Per la caccia da appostamento al colombaccio, sia da terra che dal palco, uso in prima e seconda canna o Fiocchi Traditional da 28 grammi in piombo 7 o Cheddite Elitè Feltro da 30 grammi sempre in piombo 7.
Le stesse cartucce le impiego anche cacciando con il cane starne, fagiani e pernici, mentre per le beccacce preferisco avere in prima canna una Regina dispersante di Cheddite da 27 grammi a piombo 9. Come cariche pesanti da 28 grammi con contenitore scelgo tra Cheddite CH 6, Cheddite Drago, Nobel Speed e qualche vecchia Winchester Standard. Per le semi magnum da 32 grammi ho sempre sparato con grandi risultati le Fiocchi 32 grammi in piombo 6, ma ottimi risultati li ho avuti anche con le FEDERAL PREMIUM P256 e le Remington NITRO SEMIMAGNUM nella stessa grammatura e misura di pallino della Fiocchi.
Per quanto riguarda le cartucce magnum devo dire che negli ultimi anni non ho fatto un grande uso a favore invece di un impiego più massiccio delle semi, ma quando mi sono servite ho impiegato come al solito le care vecchie Fiocchi 36 grammi piombo 5 e le Remington Nitro Magnum in piombo 4, letteralmente micidiali per tiri a lunghissima distanza con canne lunghe e molto strozzate.